Francesca Fagnani public speaking

Come comunica Francesca Fagnani?

Perché la strategia comunicativa di Francesca Fagnani spacca?

 

Che ci piacciano o meno, alcuni personaggi famosi diventano popolari grazie alle loro peculiari capacità comunicative.

Come speaker e come trainer di public speaking mi sento spesso chiedere come comunicano determinati personaggi famosi.

La domanda è opportuna, perché da tale analisi abbiamo molto da imparare.

Decodificare le strategie comunicative dei politici più influenti, ad esempio, non significa prendere una posizione favorevole nei confronti del loro messaggio, ma capire perché funzionano. Ho dedicato alcuni post sui miei social a Joe Biden, Donald Trump, Silvio Berlusconi e Barack Obama proprio per mettere in luce alcuni loro punti di forza. 

Fra tutti, però, quelli su Francesca Fagnani sono quelli che hanno ricevuto più visualizzazioni.

Come comunica Francesca Fagnagni su TikTok 700.000!

Ed anche come comunica Francesca Fagnani su YouTube.

Perché? 

Perché Francesca Fagnani?

La preparazione

Creiamo un po’ di contesto. Francesca Fagnani è preparata. Con una laurea in Lettere moderne e un dottorato in filologia dantesca, inizia la sua carriera da giornalista nella sede distaccata della Rai a New York nel 2001. Tornata a Roma, esordisce in televisione con Annozero di Giovanni Minoli e Michele Santoro. In seguito si contraddistingue per diverse indagini giornalistiche legate alla malavita organizzata, prima intervistando giovani nei carceri minorili (Il Prezzo, Rai, 2018), poi come opinionista sulla malavita romana in diverse trasmissioni.

La cura e la conduzione di Belve nasce quindi da uno sguardo che ha già visto e studiato da vicino la bestialità umana.  

Le strategie comunicative

Con Belve, pare che Francesca Fagnani sia riuscita a creare un format pop delle sue doti comunicative. La caratteristica più evidente delle sue interviste è il ritmo, un linguaggio incalzante che mette alle strette l’intervistato, battute sempre pronte che allentano la tensione tra una domanda tagliente e l’altra. Agli intervistati, inoltre, si rivolge sempre usando il Lei: la forma di cortesia sottolinea una prossemica linguistica di distanza, fa sì che non ci sia alcun sospetto di collusione con l’interlocutore. La complicità, al contrario, è con il telespettatore. L’uso frequente di interiezioni, quegli mmh che usa q.b. come il sale in una ricetta segreta, rivelano un suo stato soggettivo nei confronti della risposta ricevuta e creano un’intima relazione con il pubblico a casa. Una distanza, quella con il pubblico, che è totalmente annullata quando rivolge lo sguardo direttamente in camera. 

Successo=haters (odiatori)

Senza nemmeno entrare troppo nei dettagli, qualche riga su Francesca Fagnani ci ha già dimostrato la sua preparazione e la sua bravura. Il suo è un successo meritato. Tra le altre cose è donna e anche molto bella. Ed ecco che, quasi come un indicatore di popolarità, compaiono gli haters, quelle belvuncole feline da tastiera che offendono senza apportare nessuna critica costruttiva. Ciò accade soprattutto nei confronti di donne di successo. Tuttavia, anche nella gestione di attacchi o insulti senza senso Francesca Fagnani è un esempio da seguire. Tra social e vita reale, ci sono momenti in cui sembra che certe persone non facciano altro che pensare ai fatti tuoi: ma come ti vesti, ma cosa scrivi, ma perché non l’hai fatto così o colà.

Opinioni non richieste che suonano come la richiesta di un certificato di esistenza (F. Fagnani, Vanity Fair maggio 2021). 

Capacità di risposta alle critiche feroci

Come reagire ai commenti: la self-confidence. In questo la strategia comunicativa di Francesca Fagnani è esemplare. Il pettegolezzo, così come l’offesa sui social, è indice sì di popolarità per chi lo riceve, ma anche il segno di una mancanza nella vita di chi lo fa. Come un parassita, chi offende è come se si nutrisse della persona offesa. Al contrario, chi riceve l’insulto, la persona sotto attacco perché sta avendo un momento di successo, risponde con una lapidaria self confidence. Avere fiducia in sé stessi, senza paragonarsi ad altri, ma continuando a credere nelle proprie capacità e avendo ben chiari i propri limiti, è il migliore repellente contro gli stupidi – purtroppo non vale contro le zanzare. 

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È successo anche a me, sia quando facevo l’attore a tempo pieno, sia quando ho deciso di cambiare lavoro e iniziare la mia professione di coaching. Quando arrivavano –  e arrivano – i commenti stupidi o odiosi, la mia prima reazione è di disappunto. Ma poi mi do una pacca sulla spalla, nemmeno tanto metaforica, e mi dico: beh, qualcosa degno di nota allora lo sto facendo. 

Ingoio quel piccolo boccone amaro, perché è inutile nascondere che queste cose siano fastidiose come la puntura di un insetto, e continuo a fare quello che stavo facendo. Continuare ad agire, uscire dalla zona di comfort, non fermarsi, è la migliore reazione agli inutili commenti negativi. 

Saper cambiare argomento all’occorrenza

In un’altra intervista del luglio 2023, Fagnani la taglia corta: “Agli haters non rispondo. L’unica battaglia che valga la pena è per la parità economica tra uomo e donna”.

Anche in questo caso si vede in atto una potente strategia di comunicazione. Prima si applica il silenzio: non è che tutto sia degno di attenzione, tempo e una risposta. Poi si sposta il focus su qualcosa che davvero è importante. Tra le altre cose, questa è anche una delle strategie messe in pratica da Don Draper in MadMan:

Se non ti piace l’argomento, cambialo

diceva spesso a Peggy Olson. Di nuovo, al di là di ogni giudizio su un personaggio, che comunque trovo delineato perfettamente nel contesto storico e culturale nel quale è stato descritto, il suo insegnamento è valido: dirigi la tua attenzione dove vuoi che le tue energie siano meglio spese

Public speaking e leadership

Personalmente, trovo che l’esempio della strategia comunicativa di Francesca Fagnani sia l’occasione per affrontare in modo concreto l’importanza del public speaking nell’ambito della leadership. Essere leader non significa necessariamente ricoprire una posizione apicale all’interno di un’azienda, ma soprattutto essere una guida, un’ispirazione per un gruppo di persone di riferimento. Nel mio podcast Parola di Life Coach, dico spesso che significa avere carisma e prendersi delle responsabilità, vuol dire ispirare fiducia e passione. Essere in una posizione di leadership significa anche avere delle eccellenti doti comunicative: l’arte oratoria è infatti la base per tessere ogni relazione. Francesca Fagnani ce lo dimostra sia nei confronti delle persone che intervista sia nei confronti del pubblico. 

Come sviluppare la leadership?

L’espressione comune “essere nati per” fare questo o quest’altro può trarre in inganno. Vedi una persona di successo, guardi il suo curriculum e quasi sorge spontanea l’espressione: ecco una persona nata per essere leader. Ma lo sappiamo: la mente inganna. Leggere la pagina di un curriculum richiede un paio di minuti, se lo si fa con attenzione, ma fare tutto ciò che è lì riassunto in poche righe richiede impegno, sacrificio, tempo. In una parola: preparazione. Ricoprire una posizione di leadership richiede innanzitutto preparazione, è il risultato di un processo. 

Ti dirò di più. Osservare la leadership come il risultato di un processo fa sì che non sia necessario essere nati leader, ma ci si possa diventare. Ognuno, a  modo suo, può diventare una persona carismatica,  può lavorare sulla propria autostima, può imparare a reagire ai cambiamenti. La strada che molte persone di successo ci indicano, e la strategia comunicativa di Francesca Fagnani lo fa in modo magistrale, è che avere buone doti comunicative, esprimere in modo chiaro le proprie idee, coinvolgere e ispirare l’interlocutore, riconoscendo e decifrando i suoi stati d’animo, sia un terreno da coltivare con cura. È brava e belva.

Che tu abbia un pubblico di centinaia di migliaia di interlocutori o una manciata o una decina di collaboratori la ricetta non cambia. 

Un omaggio per te 🎁

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